giovedì 24 novembre 2011

RIFLESSIONI SULL’ARTE DI STRADA

Leggendo il libro scritto da mia figlia Sabina  de Gregori  “BANKSY: il terrorista dell’arte” ho cominciato ad interessarmi a questo ramo dell’arte a cui non avevo mai fatto troppa attenzione considerandolo uno dei tanti fenomeni passeggeri di moda o conseguenza della noia che invadeva le generazioni più giovani.

Quante volte, camminando per le strade, molti di noi hanno fatto la seguente considerazione:” Guarda che schifo! Hanno imbrattato quel muro o la facciata di quel palazzo con frasi inqualificabili o con segnacci e sigle senza senso”. Chi non ha mai detto:” per punizione dovrebbero obbligarli a ripulire il tutto, così ci penserebbero due volte prima di rifarlo!”.

Molto di rado un disegno ben fatto o una frase con un senso dietro che stimolasse la riflessione su un fatto sociale o su una problematica esistente hanno attirato la mia attenzione.

Naturalmente, come in tutte le discipline artistiche, sportive ed altre solo una piccola parte dei praticanti emerge dall’anonimato ed ha qualcosa da comunicare agli altri stimolando la loro attenzione. Anche nella street art avviene questo e se nel passato anche i più “bravi” non venivano considerati oggi c’è una certa critica artistica che è più sensibile alle interpretazioni e ad un esame più approfondito dei lavori di questi graffitisti di strada (e non “graffitari”, come verrebbe più confidenzialmente chiamarli).

E’ così che ora non è più impensabile trovare lavori di questo genere in musei vicino a quelle opere di artisti affermati nei secoli; leggere di mostre tenute nelle principali città con notevole flusso di visitatori o di persone famose che si sono avvicinate a questa forma d’arte, collezionandone dei pezzi o usufruendo della notorietà che essi avevano acquisito nel tempo.

Come in tutte le forme d’arte c’è un’evoluzione delle tecniche e dei campi d’impiego per cui ai graffiti si possono accomunare i poster, gli adesivi, gli stencil. Tutto ciò collabora a completare una forma d’arte che forse non può più essere considerata arte povera e confinata in uno spazio limitato e limitativo.

Queste poche riflessioni possono allargarsi a dismisura ed arricchirsi di contributi di altre persone interessate all’argomento. Ci sarà modo e tempo per approfondire ed allargare gli argomenti entrando più specificatamente nell’esame delle opere e degli artisti più significativi.